E’ con profonda preoccupazione che seguiamo l’evoluzione della situazione del Nido di Grottaferrata “L’isola che C’è” le cui lavoratrici nei giorni scorsi hanno diramato un appello rivolto alla Amministrazione comunale e a tutta la comunità.
In questi ultimi tempi riteniamo che il problema comunicazione, da sempre il tallone d’Achille del sindaco Andreotti e della sua Amministrazione, abbia raggiunto un punto veramente inaccettabile. Il comportamento del sindaco di Grottaferrata, in merito alla questione Covid, è imbarazzante:
GROTTAFERRATA (politica) – Un prezioso momento di confronto presso il teatro del Sacro Cuore
ilmamilio.it – nota stampa
Il 10 gennaio alle 18.00 si è tenuto a Grottaferrata, presso un gremito Teatro Falcone, il secondo incontro pubblico dal titolo: “Stop Cemento. Strategie per la tutela del suolo e del verde”, organizzato dalla piattaforma civica #FareRete rappresentata da Mirko Di Bernardo che ha aperto i lavori ringraziando i relatori intervenuti, i cittadini e tutti gli aderenti alla rete per la grande partecipazione.
Un ringraziamento particolare è stato rivolto all’associazione Italia Nostra e alle forze politiche presenti, in modo specifico oltre che ai consiglieri comunali Massimo Garavini (Faro) e Veronica Pavani (Altri Orizzonti), sono stati ringraziati il Partito Democratico e Giancarlo Della Monica per la collaborazione nella realizzazione dell’evento. Sono stati ringraziati per la presenza anche il Movimento 5 Stelle, il presidente del Consiglio Francesca Maria Passini e Italia Viva.
Di Bernardo ha affermato: “Abbiamo individuato come emergenza il tema urbanistico non per un atteggiamento polemico contro qualcuno, ma per elaborare delle proposte tra attori del territorio che hanno a cuore un obiettivo comune, ossia individuare strumenti operativi che possano aiutare le istituzioni a mettere in campo tutte quelle buone strategie volte ad individuare prospettive di sviluppo compatibili con la sostenibilità del nostro territorio, limitando invece quelle che non lo sono. “No al cemento” non significa voler ledere i diritti acquisiti di chi nel rispetto delle leggi ha ottenuto permessi di costruire seguendo procedure corrette. “Stop cemento” vuole essere un monito affinché si faccia attenzione a non trasformare il nostro territorio in un luogo di predazione riducendo Grottaferrata alla periferia di Roma e ad un luogo in cui l’urbanistica viene strumentalizzata da logiche oligopolistiche”.
Il portavoce ha considerato un dato positivo la recente approvazione in consiglio comunale delle linee guida per la nuova pianificazione e la volontà dell’Amministrazione di favorire una ampia partecipazione con il territorio ma – ha affermato ancora Di Bernardo – “il problema è che tutto ciò si poteva fare subito ed invece abbiamo atteso due anni e mezzo e poi si tratta di linee di indirizzo generali, ossia di buoni propositi, importanti e condivisi, però il punto è: cosa accade mentre si studia e si mettono in campo azioni per giungere al tanto atteso piano regolatore? Consentiamo di esaurire tutta la cubatura prevista dal vigente piano regolatore? Esistono strumenti che non siano il piano regolatore e che in questa fase intermedia possano aiutare a mettere in campo azioni amministrative atte a limitare il fenomeno del consumo irreversibile di suolo? Il nostro tentativo è quello di mettere insieme competenze tecniche e visione politica per interpretare i dati forniti dai relatori al fine di proporre sul territorio ed in consiglio comunale contributi concreti e visioni strategiche per aiutare ad affrontare il problema con metodo partecipativo”.
Enrico Del Vescovo, presidente di Italia Nostra Castelli romani, ha messo a fuoco lo stato dell’arte del consumo di suolo nei Castelli Romani e in particolare a Grottaferrata, evidenziando l’esistenza di particolari problematiche nelle zone di Pratone-Cartabrutta e Borghetto dove si continua a costruire da anni. Egli si è così espresso: “È fin troppo evidente come il PRG di Grottaferrata, che risale agli anni ’70, non risponde più alle esigenze attuali, alla luce della grave situazione attuale che è sotto gli occhi di tutti. In conclusione riteniamo che l’evolversi dello stato urbanistico di Grottaferrata stia oltrepassando i limiti di tollerabilità per uno sviluppo sostenibile, in particolare, anche per le generazioni future, le quali si troveranno a dover vivere in una città dove la qualità della vita sarà messa a dura prova da una congestione eccessiva del carico antropico. Occorre – ha proseguito Del Vescovo – una forte mobilitazione dell’opinione pubblica che condizioni la rappresentanza politica e la indirizzi verso la difesa di ciò che è ancora salvo”.
Antonella Cantaro, architetta delegata all’urbanistica presso il comune di Minturno, ha sottolineato la necessità di partire dalle strategie di tutela per promuovere la sostenibilità delle nostre città sia preservandone l’abitabilità che valorizzando la qualità dei beni relazionali, ambientali archeologici e paesistici anche tramite l’innovazione tecnologica. Il concetto chiave della relazione ha riguardato la “resilienza” propria delle strutture ecologiche e viventi capaci di rigenerazione ed evolvibilità. Qualsiasi strategia di tutela deve essere adeguata agli aspetti generativi e rigenerativi del territorio, non solo per limitarne il consumo, ma anche per implementane lo sviluppo – facendo ricorso alle infrastrutture verdi e alla intelligibilità degli aspetti storico artistici e ambientali dei paesaggi.
Qui si può intervenire per rispondere ad esigenze e domande specifiche del territorio, riflettendo anche su mobilità sostenibile e aumento della qualità della vita mettendo, però, la popolazione in condizione di sfruttare al meglio anche il patrimonio edilizio esistente garantendo i servizi. Antonella Cantaro ha poi spiegato come le perimetrazioni dei nuclei abusivi non solo sarebbero l’atto minimo da adottare per riconoscere l’esistenza di persone che comunque risiedono sul territorio e pagano i servizi, ma tecnicamente sarebbe fondamentale adottarle prima della nuova pianificazione generale anche perseguendo la strada della variante. Su questo tema l’architetta ha proposto alla rete di realizzare a costo zero un progetto pilota sperimentale con alcune università, individuando una specifica area con edilizia nata spontaneamente e collocata in zone dove non ci sono ancora servizi primari e infrastrutture adeguate.
La scommessa è che in quelle zone attraverso la progettazione ci si interroghi sulla propria identità, valorizzando il suolo degradato ed elevando gli standard. In sintesi, sostenere la fattibilità delle perimetrazioni e al contempo tutelare il consumo di suolo non sono posizioni contraddittorie, bensì figlie di una più complessiva visione strategica di sviluppo del territorio nell’ottica della sostenibilità ambientale e de rispetto dell’ecologia umana.
Andrea Trinca, attualmente assessore all’urbanistica presso il comune di Marino, ha raccontato tutti i passaggi tecnici e politici messi in atto nel suo comune in questi anni muovendo nella direzione della tutela del consumo di suolo e del verde. Dopo la sospensione degli strumenti urbanistici effettuata dal consiglio comunale si è giunti alla formazione di un P.U.C.G (Nuovo Piano Urbanistico Comunale Generale), passando per il recepimento del PTPG (Piano Territoriale Provinciale Generale), l’approvazione delle linee guida di indirizzo a consumo zero di suolo – definite dal relatore come una rivoluzione copernicana incentrata sulla partecipazione e sullo sviluppo sostenibile a tutela e valorizzazione dei servizi ecosistemici -, nonché all’elaborazione del DPI (Documento preliminare di indirizzo del PUCG) redatto nella forma di un “piano preliminare” per favorire la partecipazione di cittadini alla formazione del piano e per raccogliere in modo produttivo in sede di conferenza di pianificazione i previsti pareri di compatibilità.
Poi, rispondendo ad una precisa domanda riferita al recente dibattito scaturito nel Consiglio Comunale di Grottaferrata sulle possibili misure di Salvaguardia da applicare in seguito alla approvazione del DPI, Trinca ha spiegato che se il DPI è solamente conforme alle leggi 1150/42 e L.R. 38/99 non c’è nessuna possibilità. Diverso sarebbe se il DPI fosse conforme anche al PTPG, perché nelle NTA (Norme Tecniche di Attuazione) il DPI viene definito un vero e proprio Piano preliminare; non sarebbe comunque facile, ma delle possibilità ci sarebbero. Occorre, quindi, verificare innanzitutto se Grottaferrata abbia recepito il PTPG ed in caso contrario spingere per una delibera di C.C. di recepimento, quindi proporre la modifica del DPI che dovrà comunque essere aggiornato visto che ha circa 10 anni, inserendo tutti gli indirizzi che l’attuale amministrazione vorrà legittimamente aggiungere e soprattutto gli obiettivi che si prefigge il nuovo Piano. L’assessore ha poi concluso dicendo che: “Le associazioni e i cittadini attivi sono la riserva morale di questo Paese“.
E’ possibile, dunque, a ragione affermare che non era una proposta ingenua quella fatta dalla consigliera Pavani che ha chiesto un approfondimento in merito alla possibilità di far scattare misure di tutela e salvaguardia del suolo in attesa della realizzazione del nuovo piano regolatore. Si tratta invece di scelte che la politica, se vuole, può valutare di assumere o di approfondimenti da effettuare necessariamente, specialmente se ci si proclama sensibili nei confronti di strategie volte a limitare il consumo di suolo. Certo su questo tema nei mesi a seguire non mancheranno proposte ed iniziative di questa rete civica ben rappresentata in Consiglio Comunale dal Faro e da Altri Orizzonti per Grottaferrata.
I lavori si sono conclusi con gli interessanti e competenti interventi della dr.ssa Silvana Papaianni segretaria del PD di Grottaferrata e Giancarlo Della Monica. Presenti all’evento anche esponenti del centro destra locale, gli ex sindaci Liberati e Fontana e alcuni ex amministratori.
La piattaforma intende ringraziare di cuore, infine, tutti i cittadini per la grande partecipazione e soprattutto per la sensibilità mostrata nel #FareRete su questo tema nevralgico per il futuro della nostra città e dà appuntamento nel mese di febbraio per il terzo incontro-dibattito dedicato alla presentazione della Carta archeologica di Grottaferrata come strumento di tutela e di orientamento urbanistico.
GROTTAFERRATA (politica) – Ieri pomeriggio all’ex Sacro Cuore l’incontro di presentazione del nuovo contenitore politico
ilmamilio.it – contenuto esclusivo
A campeggiare è il video elettorale realizzato dal sindaco Luciano Andreotti nel 2017 per vincere le sue elezioni. Il clou? La parte sui “luoghi dell’abbandono“. Che tali erano e che tali, miseramente, restano.
Ieri pomeriggio FareRete si è ufficialmente presentata ed ha formalizzato, soprattutto, il perimetro di partenza: nel soggetto che vede come coordinatore Mirko Di Bernardo, ex assessore defenestrato nei mesi scorsi (di fatto senza un reale motivo) sono confluiti i due consiglieri comunali Massimo Garavini e Veronica Pavani. Ma nell’ex teatro del Sacro Cuore ieri pomeriggio c’erano anche Mauro Tomboletti, Fracesca Rocci, Umberto Testi, Bracci e Valeriani, Luigi Spalletta. E altri. Insomma, un parterre di ex sostenitori di Andreotti niente male. A conti fatti, praticamente la metà dei voti (gran parte extraconsiliari) ottenuti dal sindaco nel 2017.
“La tenuta della maggioranza di Andreotti per la verità è inziata a scricchiolare da quasi subito: prima i mal di pancia del consigliere Federico Pompili, poi quelli di Marco Bosso, poi noi del Faro – ha detto Garavini -. Che siamo stati gli unici a restare a testa alta con la barra a dritta. Andreotti ha detto sì a tutti, ma di fatto non ha fatto nulla a livello amministrativo. Il capolavoro compiuto con Mirko Di Bernardo, cacciato senza un vero perché, ha portato ad una Giunta che oggi conta ben 3 assessori che non sono di Grottaferrata e non conoscono il nostro territorio. Evidentemente ad Andreotti non servono amministratori ma solo esecutori”.
Quindi la proiezione del commovente video nel quale compare fortemente anche Salvatore Marino (la cui collaborazione con Andreotti sindaco è durata pochi mesi, altra uscita di scena mai sostanziata dal primo cittadino): dalla Bazzica alla cartiera, dai parchi pubblici alle proprietà sottratte alla malavita e consegnate al Comune di Grottaferrata. “Nulla è stato fatto, tutto è rimasto com’era con l’aggravante di una Giunta di persone che, tranne uno in particolare, non conoscono la città ed un Consiglio che soprattutto dopo la firma di quel famoso documento, non ha più alcuna possilità di incidere”, ha aggiunto Garavini. “In più – ha aggiunto il presidente della commissione Bilancio ricordando anche lo scontro avuto con l’ex assessora Chicca Prisco – oggi il sindaco ha formato con due suoi ex competitor, Rita Consoli e Gianluca Paolucci la “linea delle necessità”. Sarebbe interessante capire bene di cosa di tratti. Noi di FareRete vogliamo pensare che fare politica non sia interesse particolare, che non conosciamo e non ci interessa, ma pensare all’interesse collettivo”.
Nel commovente video elettorale di Andreotti quello che sarebbe diventato il sindaco fa continuo riferimento al coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni e al rilancio della centralità della cultura. “Della Consulta della Cultura non si parla da mesi, di coinvolgimento della città non se n’è vista ombra – ha attaccato poi la consigliera Veronica Pavani, che nelle scorse settimane ha formato il gruppo “Altri orizzonti per Grottaferrata” -. Sono stata accusata di tradimento dal sindaco, la verità è che ad essere tradito è stato il programma elettorale col quale la nosta coalizione si era presentata alla città. Purtroppo nessuno può fare tutto da solo, neanche il sindaco. Peccato non si sia capito…”.
“Il fallimento di questa Amministrazione è purtroppo conclamato – ha poi aggiunto Mirko Di Bernardo, ex assessore e coordinatore di FareRete – : voglio parlare di quello che stiamo facendo con questo nuovo soggetto, che è un contenitore, una agorà di idee, un “think tank” che non ha candidati sindaco imposti, anche perché non siamo in campagna elettorale, ma che vuole consetire a Grottaferrata di pensare di poter essere meglio di così. Purtroppo quello che era stato un sogno condiviso si è trasformato in un incubo, abbiamo capito che il falso civismo non funziona, abbiamo capito che non si vive di sole promesse, non si vive di contrapposizioni (concetto questo ben ripreso anche dall’intervento dell’ex assessora Francesca Rocci, ndr)”.
“FareRete – ha detto poi Di Bernardo – è un contenitore che potrà sì diventare liste elettorali, progetti politici ma che oggi è solo un soggetto che vuole dire (cosa che pochi fanno a Grottaferrata) le cose come stanno e che vuole offrire opportunità di cambiamento. Ci stiamo strutturando in tavoli di lavoro che diventeranno poi occasione di altri incontri tematici sull’urbanistica partecipata, sulla mobilità, sul turismo”.
Insomma: da fare c’è parecchio. “Il sindaco Andreotti dovrebbe pensare alla sua Grottaferrata piuttosto che a raccontare che si ricandiderà tra due anni e mezzo. Noi, comunque, a quel punto ci saremo”, ha concluso Di Bernardo.
L’Urbanistica è una scienza sociale, nasce alla fine dell’Ottocento per definire fenomeni di inurbamento in modo controllato e sostenibile e risolvere i problemi di salubrità ed inclusione sociale, di certo non per dividere e generare emergenze abitative. #FareRete ritiene che il fenomeno dell’abusivismo edilizio a Grottaferrata si sia generato anche per effetto della speculazione edilizia dei terreni edificabili o classificati edificabili dal PRG del 1972, in quanto la politica locale non ha saputo gestire nel tempo l’attuazione del Piano, i terreni edificabili sono passati in mano ad un sistema produttivo composto da imprese oligopoliste che hanno a loro volta realizzato un cartello economico, decidendo di fatto la rendita finanziaria e i prezzi di vendita del mercato edilizio, ponendo così sul mercato un’offerta sempre inferiore alla domanda, portando il livello dei prezzi della casa a costi non più accessibili alla popolazione autoctona e alle fasce monoreddito o con reddito basso.
Tale condizione non ha condotto la politica a determinare un’azione di calmierazione dei prezzi, introducendo varianti puntuali del PRG con l’inserimento di Piani di Zona sulla base della politica abitativa che di volta in volta veniva a definirsi. Nel tempo, dunque, non sono stati forniti indirizzi strategici per poter risolvere l’emergenza abitativa, segno di miopia politica e di incapacità di governo del territorio. Per #FareRete “governare” non significa agevolare i poteri di oligopolio ed alimentare i cartelli economici, ma al contrario, è spezzare quelle catene definendo processi virtuosi di economia urbana, sociale e civile. E la rete civica fa di questi principi la propria bandiera politica.
Con riferimento alla commissione del 19 settembre dedicata all’annoso tema delle perimetrazioni dei nuclei abusivi #FareRete intende con forza distinguersi rispetto alla “nuova” posizione assunta dalla Amministrazione, ora contraria alle perimetrazioni, resa pubblica in aula dall’ intramontabile Assessore (all’urbanistica o alla cultura?) Architetto Luciano Vergati che speriamo riesca ad occuparsi prima o poi anche dell’attuazione di una specifica politica culturale del Comune non limitandosi ad accogliere per lo più iniziative organizzate da associazioni ed enti privati che con generosità, competenza e straordinario entusiasmo stanno di fatto colmando un vuoto istituzionale nella programmazione di iniziative culturali, artistiche e dello spettacolo (vedi l’estate ed il settembre grottaferratese).
#FareRete, restando fedele al programma elettorale condiviso e sottoscritto da tutti i gruppi rappresentativi della coalizione in sostegno di Andreotti, ritiene doverosa la realizzazione delle perimetrazioni dei nuclei abusivi per ragioni politiche – considerata la rilevanza sociale ed ambientale del problema – e normative nel rispetto dell’articolo 107 della Costituzione, del diritto alla abitazione (sancito dall’art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dall’art. 11 della Convenzione Internazionale sui diritti economici sociali culturali, nonché dall’art. 31 della Carta Sociale Europea riveduta) e della legge regionale n. 28 del 1980 che all’art. 1 recita “I comuni del Lazio sono tenuti a procedere, mediante apposite ed organiche iniziative: al rilevamentodelle costruzioni abusive esistenti nel territorio del comune”; e più avanti così prosegue: “La individuazione dei nuclei edilizi abusivi […] consiste nella perimetrazione delle parti del territorio occupate da costruzioni abusive nonché delle aree inedificate da destinare ad edilizia residenziale e a recupero degli standard urbanistici”.
Per le stesse ragioni restiamo molto perplessi nei confronti della relazione di appena sei pagine redatta dal tecnico incaricato (anche egli assente il giorno della commissione) e che l’Amministrazione intende adottare per non fare le perimetrazioni. Tale documento a nostro giudizio presenta delle criticità che meriterebbero un maggiore approfondimento nelle sedi istituzionali. In senso generale ci sembra che non sia un lavoro impeccabile poiché: 1) non riporta in modo completo le norme, le deliberazioni di Giunta e di Consiglio Comunale, i percorsi amministrativi che sono stati posti in essere dal 2012 ad oggi; 2) non sono menzionate le interferenze con i piani sovraordinati di livello regionale, provinciale e degli enti di livello regionale; 3) non ci sono riferimenti al valore sociale della pianificazione urbanistica; 4) non sembra rispettare l’accordo di programma sottoscritto tra Comune e Regione nel 2012 che di fatto supera le norme del PTPG, trovando applicazione solo nelle norme di livello regionale; 5) fatto edilizio e progettazione urbanistica sono due cose distinte, mentre qui vengono sovrapposte e intrecciate: l’analisi dello stato di fatto confonde il procedimento edilizio con la pianificazione urbanistica, computando superfici che non sembrano avere nulla a che vedere con i condoni presentati.
Siamo sbigottiti infine dall’atteggiamento del Sindaco Architetto Luciano Andreotti che non solo cambia completamente posizione rispetto al programma elettorale, ma anche rispetto alle sue stesse dichiarazioni pronunciate in un recente consiglio comunale. Non capiamo il motivo per cui il Sindaco prima ha incontrato più volte in Comune il Comitato della Molara per condividere il tema e poi improvvisamente ha interrotto ogni contatto fino al punto di negare, durante una Commissione urbanistica di alcuni mesi fa, il fatto che tali incontri siano effettivamente avvenuti. Anche l’assenza nella Commissione del 19 settembre per motivi istituzionali ci lascia perplessi. Una commissione urbanistica su un tema così importante può anche essere rinviata per garantire la presenza del Sindaco e del tecnico incaricato.
Non capiamo.. Un altro Andreotti ha detto che “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina” e allora non vorremmo pensare male, ma questa improvvisa virata verso le posizioni di “Città al Governo” non ci lascia indifferenti… Soprattutto osservando gli atteggiamenti della consigliera Architetto Rita Consoli che non perde occasione per polemizzare dai banchi dell’ “opposizione” quasi esclusivamente con i consiglieri comunali Massimo Garavini e Veronica Pavani “critici” di “maggioranza”… azioni, parole e gesti che forse non sono del tutto casuali e magari acquisteranno un preciso significato a posteriori. Qualche novità scottante bolle davvero in pentola? Ribaltoni in vista? Non ci resta che aspettare…
“Un gruppo di cittadini, non solo alcuni sostenitori e partecipanti alle liste che hanno eletto Luciano Andreotti Sindaco di Grottaferrata ma anche persone della società civile impegnate a piú livelli al servizio del bene comune, ha costituito il movimento civico “FareRete” per aprire confronti dialettici e iniziative con l’amministrazione e con la cittadinanza di Grottaferrata.
Questa rete tenterà di mettere in stretta sinergia il mondo del web con la partecipazione attiva delle persone nelle piazze della città, favorendo cosí la costituzione di una “Agorà delle Idee” per l’implementazione di percorsi di cittadinanza attiva e di valorizzazione dei beni comuni con focus su cultura, scuola, sociale, innovazione, urbanistica, sviluppo sostenibile del territorio e servizi alla persona. Il movimento si riconosce e sostiene l’azione politica portata avanti dai consiglieri comunali Massimo Garavini e Veronica Pavani auspicando una futura contaminazione anche con altri rappresentanti delle istituzioni.
Sono trascorsi due anni dalla vittoria alle elezioni amministrative di Andreotti e quanto sta accadendo nel nostro paese ci preoccupa, per questo sentiamo forte la responsabilità qualcuno di noi per aver partecipato e contribuito all’elezione del Sindaco qualcun’altro invece solo per amore di Grottaferrata. Purtroppo, non per nostra scelta, molti di quelli che con spirito di dedizione si erano avvicinati ad un progetto civico che aveva i presupposti di gettare le basi di un cambiamento reale sono stati fin da subito tagliati fuori da qualsiasi possibilità di partecipazione democratica e di coinvolgimento rispetto all’attuazione del programma amministrativo concordato.
A due anni di distanza ancora oggi non sono chiare le motivazioni di un’azione irresponsabile, che ha determinato un distacco dal corpo elettorale. Per queste ragioni, chi di noi è stato protagonista di una straordinaria vittoria intende chiedere conto al Sindaco e ai Consiglieri (che ha contribuito ad eleggere) di tutte le azioni politiche e amministrative fino ad ora attuate. Tutti gli aderenti al movimento sono preoccupati per la tenuta del tessuto partecipativo e democratico, che si sta lacerando sempre di più. Grottaferrata è un paese che va alla deriva per scelte irresponsabili, bisogna fermare immediatamente questo declino e riattivare tutte le forme possibili di coinvolgimento alla democrazia.
Per tali motivi vogliamo confrontarci e aprire il paese a incontri pubblici, sia con l’Amministrazione sia con il Consiglio Comunale, e con tutte le forze politiche liberali, progressiste, riformiste ed europeiste disponibili a dialogare su temi e problematiche che riguardano il futuro del nostro paese. Il progetto civico che ha portato l’attuale amministrazione al governo del paese è stato un momento politico straordinario, dove cittadini con culture politiche diverse si amalgamavano in una nuova proposta politica per la città. La diversità è diventata ricchezza, la contaminazione delle idee ha generato processi positivi, si sono ritrovate persone, il cui unico disegno era la ricerca di un modo nuovo di concepire un rinnovato percorso politico.
Purtroppo alcuni di noi si stanno rendendo conto di essersi sbagliati avendo portato al governo del nostro paese singole individualità, che sono totalmente disconnesse con i reali bisogni della città. Chiediamo a tutti un momento di riflessione su quanto sta accadendo nella nostra vita politica per arginare derive autoritarie che determinano sfaldamenti sociali che allontanano sempre di più i cittadini dalla partecipazione alla vita democratica. Nei prossimi giorni saranno rese pubbliche le date ed i programmi delle iniziative, aperte a tutti, che si svolgeranno sul nostro territorio.