GROTTAFERRATA (politica) – Ieri pomeriggio all’ex Sacro Cuore l’incontro di presentazione del nuovo contenitore politico
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A campeggiare è il video elettorale realizzato dal sindaco Luciano Andreotti nel 2017 per vincere le sue elezioni. Il clou? La parte sui “luoghi dell’abbandono“. Che tali erano e che tali, miseramente, restano.
Ieri pomeriggio FareRete si è ufficialmente presentata ed ha formalizzato, soprattutto, il perimetro di partenza: nel soggetto che vede come coordinatore Mirko Di Bernardo, ex assessore defenestrato nei mesi scorsi (di fatto senza un reale motivo) sono confluiti i due consiglieri comunali Massimo Garavini e Veronica Pavani. Ma nell’ex teatro del Sacro Cuore ieri pomeriggio c’erano anche Mauro Tomboletti, Fracesca Rocci, Umberto Testi, Bracci e Valeriani, Luigi Spalletta. E altri. Insomma, un parterre di ex sostenitori di Andreotti niente male. A conti fatti, praticamente la metà dei voti (gran parte extraconsiliari) ottenuti dal sindaco nel 2017.
“La tenuta della maggioranza di Andreotti per la verità è inziata a scricchiolare da quasi subito: prima i mal di pancia del consigliere Federico Pompili, poi quelli di Marco Bosso, poi noi del Faro – ha detto Garavini -. Che siamo stati gli unici a restare a testa alta con la barra a dritta. Andreotti ha detto sì a tutti, ma di fatto non ha fatto nulla a livello amministrativo. Il capolavoro compiuto con Mirko Di Bernardo, cacciato senza un vero perché, ha portato ad una Giunta che oggi conta ben 3 assessori che non sono di Grottaferrata e non conoscono il nostro territorio. Evidentemente ad Andreotti non servono amministratori ma solo esecutori”.
Quindi la proiezione del commovente video nel quale compare fortemente anche Salvatore Marino (la cui collaborazione con Andreotti sindaco è durata pochi mesi, altra uscita di scena mai sostanziata dal primo cittadino): dalla Bazzica alla cartiera, dai parchi pubblici alle proprietà sottratte alla malavita e consegnate al Comune di Grottaferrata. “Nulla è stato fatto, tutto è rimasto com’era con l’aggravante di una Giunta di persone che, tranne uno in particolare, non conoscono la città ed un Consiglio che soprattutto dopo la firma di quel famoso documento, non ha più alcuna possilità di incidere”, ha aggiunto Garavini. “In più – ha aggiunto il presidente della commissione Bilancio ricordando anche lo scontro avuto con l’ex assessora Chicca Prisco – oggi il sindaco ha formato con due suoi ex competitor, Rita Consoli e Gianluca Paolucci la “linea delle necessità”. Sarebbe interessante capire bene di cosa di tratti. Noi di FareRete vogliamo pensare che fare politica non sia interesse particolare, che non conosciamo e non ci interessa, ma pensare all’interesse collettivo”.
Nel commovente video elettorale di Andreotti quello che sarebbe diventato il sindaco fa continuo riferimento al coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni e al rilancio della centralità della cultura. “Della Consulta della Cultura non si parla da mesi, di coinvolgimento della città non se n’è vista ombra – ha attaccato poi la consigliera Veronica Pavani, che nelle scorse settimane ha formato il gruppo “Altri orizzonti per Grottaferrata” -. Sono stata accusata di tradimento dal sindaco, la verità è che ad essere tradito è stato il programma elettorale col quale la nosta coalizione si era presentata alla città. Purtroppo nessuno può fare tutto da solo, neanche il sindaco. Peccato non si sia capito…”.
“Il fallimento di questa Amministrazione è purtroppo conclamato – ha poi aggiunto Mirko Di Bernardo, ex assessore e coordinatore di FareRete – : voglio parlare di quello che stiamo facendo con questo nuovo soggetto, che è un contenitore, una agorà di idee, un “think tank” che non ha candidati sindaco imposti, anche perché non siamo in campagna elettorale, ma che vuole consetire a Grottaferrata di pensare di poter essere meglio di così. Purtroppo quello che era stato un sogno condiviso si è trasformato in un incubo, abbiamo capito che il falso civismo non funziona, abbiamo capito che non si vive di sole promesse, non si vive di contrapposizioni (concetto questo ben ripreso anche dall’intervento dell’ex assessora Francesca Rocci, ndr)”.
“FareRete – ha detto poi Di Bernardo – è un contenitore che potrà sì diventare liste elettorali, progetti politici ma che oggi è solo un soggetto che vuole dire (cosa che pochi fanno a Grottaferrata) le cose come stanno e che vuole offrire opportunità di cambiamento. Ci stiamo strutturando in tavoli di lavoro che diventeranno poi occasione di altri incontri tematici sull’urbanistica partecipata, sulla mobilità, sul turismo”.
Insomma: da fare c’è parecchio. “Il sindaco Andreotti dovrebbe pensare alla sua Grottaferrata piuttosto che a raccontare che si ricandiderà tra due anni e mezzo. Noi, comunque, a quel punto ci saremo”, ha concluso Di Bernardo.